L’arrivo del cancro nella mia vita: un viaggio a ritroso

Ci sono voluti 6 anni, tanta sofferenza ma anche tante belle esperienze di vita per arrivare a raccontare della malattia anche se andando a ritroso.

A volte penso che avrei dovuto esprimere subito i miei pensieri e i miei vissuti invece di lasciare solo qualche bigliettino scritto in modo confuso e bagnato di lacrime. Infatti scrivevo solo nei momenti in cui percepivo ogni evento della mia vita come avverso­, scrivevo solo nei momenti in cui non vedevo luce, non vedevo via d’uscita, nei momenti in cui mi sentivo sola di fronte alle mie sfide, di fronte al mio cancro. Avevo capito che quell’esperienza era incondivisibile. Era il mio tumore, era la mia sfida, era il mio dolore perché era il mio corpo che soffriva, che si sentiva debole, che aveva perso i capelli e che non riusciva a mangiare. Ero io di fronte ai dolori del mio corpo e ai tormenti della mia mente.

C’è chi capisce subito tante cose, c’è chi impara subito dalla malattia, io, invece, ho dovuto lasciare scorrere il tempo e affrontare tre recidive.

Comunque eccomi qua: pronta ad andare a ritroso e a ricordare, pronta a raccontare. Non ho bisogno di rispolverare le stanze della memoria perché è tutto impresso nella mia mente, è tutto chiarissimo. Certe cose non si dimenticano. Da quel fatidico 25 agosto 2011 ho iniziato a ricordare gli anni, i giorni e i minuti  (i secondi no altrimenti sarei matta da ricovero; in mezzo a tutta questa serietà ho bisogno di ironizzare…), ho iniziato a ricordare ogni evento della mia vita rapportato ad un giorno in particolare. Prima del tumore le date erano insignificanti ma da quel giorno sono diventate importantissime, quasi vitali. Tutto ebbe inizio quel giorno, o forse era iniziato molto prima ma io ancora non ne ero consapevole anche se sono convinta che avrei dovuto percepirlo perché la mente non è affatto staccata dal corpo, il dualismo mente corpo è falso per me, non sussiste né razionalmente, né emozionalmente.

Oggi è il 18 aprile 2017 e da poco mi hanno operato la terza recidiva.

Inizio un viaggio a ritroso per raccontare di come ho scoperto il cancro. Non sarà facile e non so quale sarà il risultato. Sono seduta alla mia scrivania, in una casa che finalmente sento mia, dopo avere traslocato un sacco di volte, per svariati motivi. Questo è il mio porto sicuro, coincide esattamente con quel posto in grado di accogliermi quando sono stanca e affaticata, quando ho bisogno di recuperare le energie, di fermarmi a pensare, di metabolizzare i vissuti della mia vita, di rielaborare le esperienze.

Ho spostato la scrivania in modo tale da poter guardare il bellissimo panorama che ho davanti, le giornate sono più lunghe e me lo voglio godere tutte, voglio trarre beneficio da tutta la luce che c’è in questo periodo dell’anno. Questo è il mio posto di pace, la mia oasi di tranquillità e quando sono triste, quando sono tormentata dal pensiero che ho 33 anni e non ho combinato nulla nella vita, questo posto mi ricorda chi sono, mi fa sorridere, mi fa sentire serena e allora ricordo che anche se ho 33 anni e non sono insegnante, medico o avvocato, non ho figli, non sono sposata, non ho una mia famiglia, ho fatto un percorso e sono stata in grado di affrontare una tra le più grandi prove della vita: la malattia. Non è una prova per i dolori del corpo, perché quelli passano e possono essere alleviati dai farmaci, ma è una prova per il turbinio di emozioni che mi ha accompagnato e che mi accompagna tuttora. Ogni tanto ho bisogno di ricordarlo a me stessa per riattivare le mie energie e la mia voglia di vivere, ogni tanto ho bisogno di far riaffiorare alla memoria come mi sentivo quando facevo la chemioterapia e allora i problemi di “oggi” diventano piccoli, piccoli ed io non mi sento più una fallita ma una donna forte e autonoma, in grado di sostenere qualsiasi “uragano” senza cadere o, comunque, con la capacità di rialzarmi ogni volta.

Ci tengo a descrivere tutto perché vorrei che la mia storia possa essere d’aiuto per altre donne quindi cercherò di non tralasciare nulla, nessun particolare. Il rischio di essere noiosa è altissimo  ma lo correrò.

Vorrei che la mia storia, molto simile a quella di tantissime altre donne ma anche di tanti altri uomini che hanno dovuto lottare contro il cancro, possa essere d’aiuto a qualcuno. Per questo motivo cercherò di descrivere tutto quello che è accaduto, quello che ho provato, quello che ho pensato da quando ho saputo del tumore fino ad oggi. Il rischio di essere noiosa è altissimo ma voglio correrlo perché, se la mia esperienza potrà essere d’aiuto anche solo ad una persona, allora sarò riuscita nel mio intento. Non nego che scrivere è, anche, catartico e che farlo mi fa stare bene. Scrivo per gli altri e scrivo per me. Più volte sono stata assalita dai dubbi riguardo questo mio piccolo ed umile progetto di scrivere di come la malattia abbia investito la mia vita all’improvviso, cambiandola radicalmente, quindi, non voglio essere noiosa e dilungarmi ancora a descrivere i miei dubbi e le mie perplessità. In poche parole: il rischio che corro è quello di risultare talvolta banale, talvolta, al contrario, smodata, trattando questioni molto intime e molto delicate. Il rischio che più mi impaurisce è quest’ultimo perché non vorrei né autocommiserarmi, né apparire egocentrica, come se fossi l’unica sulla faccia della terra ad essere stata male. Queste premesse sono importantissime per me.

Il mio obiettivo è quello di dividere la mia “storia” in tante parti, tante piccole narrazioni, in modo tale da ridurre il più possibile  il rischio di essere ridondante e prolissa. Scriverò tanti piccoli “paragrafi” accompagnati da un’immagine significativa per me e da un titoletto. Non so quale sarà il risultato, è un’esperienza che farò piano, piano.

 

 

 

5 commenti

  1. Ciao Sere, è bello leggerti, mi fa sentire un pochino più vicino a te.
    Anche se non te l’ho mai detto, sai che ti voglio un mondo di bene.
    Ti abbraccio con tutto l’amore che ho.
    La tua cuginetta
    Roby

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  2. Grazie di cuore. A volte sento salire lo sconforto e vedo tutto buio ma poi alzo gli occhi e scorgo persone come te che mi danno la grinta per andare avanti, che mi danno conforto e sostegno, che credono in me. E’ il regalo più bello che potessi farmi! grazie sorella!

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  3. Ancora una volta, leggendoti, leggo me stessa e mi vengono le lacrime agli occhi. Lacrime di dolore ma anche di gioia perche’ scrivere e’ rinascere e nella tua rinascita rinasco anch’io. Grazie sorella. ❤
    P.s. ti mando a breve una mail

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  4. Mi piace molto,come scrivi,ho letto
    ed riletto,tutti gli tuoi blog,il mio ❤ ed con te …eh vero che abbiamo un
    momento per piangere ed buttare fuori tutto il dolore ed c’è il momento per reagire ed ricordare gli momenti preziosi passati …

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