27 ottobre 2023

Sono stanca e vorrei esprimermi, raccontare, non rinchiudermi, non lasciare che il mio corpo mi renda sua schiava. Ad essere franchi sono le medicine a rendermi schiava, non il mio incolpevole corpo.

Poco importano queste sottigliezze perché il dato di fatto è che la mia mente è letteralmente imprigionata e dipendente dallo stato del mio fisico. Sto cercando di condurre una vita “normale”, ma quando mi fermo ed ho pochi minuti per riflettere senza scappare, mi rendo conto di quanta fatica io stia facendo. Non avete idea di quanta vergogna io provi non solo a scrivere queste cose, ma addirittura a pensarle, a provarle, ma è la verità e dalla verità non si scappa.

Finalmente riesco a dormire di notte senza svegliarmi ed alzarmi otto, dieci volte, in questo periodo mi sveglio mediamente dalle tre alle cinque volte a notte, è un grande traguardo, complici le temperature più basse e il corpo della mia gattina che si accoccola tra le mie gambe, o sulla mia pancia, facendomi sentire protetta, a casa.

Puntualmente tra le quattro e le cinque di mattina mi sveglia il mal di testa, non scrivo cefalea o emicrania perché ancora non è chiaro che tipo di dolore mi stia affliggendo da anni. L’intervento all’encefalo del 2019 non ha migliorato la situazione, anzi la cicatrice nel cranio a destra e l’osso riposizionato dopo la craniotomia mi fanno percepire la loro esistenza ogni volta che piove e, puntualmente, quando inizia l’autunno e le foglie si colorano di giallo, rosso, viola.

Non so se sia giusto, sbagliato, se sia vita o non vita, ma per vivere il meglio possibile devo sempre essere accompagnata dal mio beauty rifornito di farmaci per gli effetti collaterali antinausea, antiemicranico, antispastico per coliche, lansoprazolo, inibitore della pompa protonica, antipertensivo, antidolorifico. Poi in un altro beauty, perfettamente catalogati, ci sono i farmaci per curare il cancro che provocano gli effetti collaterali affrontabili coi farmaci appena elencati: inibitore delle cicline, leuprorelina acetato, bloccante degli estrogeni. Infine c’è la terapia che faccio ogni tre settimane in ospedale: il trastuzumab, un anticorpo monoclonale.

Ho fatto questo elenco perché ultimamente mi sento letteralmente piena, colma di farmaci, piena di stanchezza per una situazione che non so affrontare nel migliore modo possibile, ma solo vivere come meglio riesco a seconda del momento e credetemi: non è mai il modo migliore in senso assoluto. Sono umana, sbaglio, inciampo, a volte sono forte, altre mollerei tutto.

Siamo tutti così: umani, semplicemente umani.

Quindi i sensi di colpa ed i rimorsi non servono a nulla, la vita è un caos, ma anche piacevole in alcuni momenti.

Io ultimamente sono ossessionata da tutto ciò che non so, da quello che non è mai entrato nella mia testolina, nel mio cervello, sì quello che voleva ammazzarmi cinque anni fa, a dicembre 2018 quando mi è venuta una crisi epilettica (parziale perché ero perfettamente cosciente e consapevole di quello che stava capitando) e la tac ha evidenziato una massa di quasi 3 cm.

Mi sento ignorante e penso ai libri che non ho letto, a tutte le cose che vorrei sapere e non so.

Tutto ciò potrebbe essere piacevole, ma dipende dalla prospettiva con cui si affronta il proprio “non sapere”.

Io sono esagerata, ma forse, a volte, ammettere di non sapere è un atto di umiltà e di apertura al mondo.

Pensate a quante cose ancora potete conoscere, wow, pazzesco.

Io penso anche al silenzio del deserto, alle stelle a Salar de Uyuni, in Bolivia, un deserto speciale, senza sabbia, ma caratterizzato da distese di sale che si estendono fino all’orizzonte, situato ad un’altitudine di oltre 3500 metri; oppure a Mauna Kea, vulcano inattivo nell’isola delle Hawaii, o ancora al mare della Sardegna, qua a due passi (circa) da casa mia, dove sono seduta alla scrivania e sto scrivendo velocemente per paura che le parole fuggano, la mia fedele gattina è ovviamente seduta dietro di me e mi costringe a stare con le chiappe sul bordo della sedia. E non menziono l’aurora boreale in Islanda, Norvegia, Finlandia, mio sogno da anni. Per non parlare dell’Africa, del conosciutissimo Monte Kilimangiaro in Tanzania o delle luci di notte nella sempre attiva e mai dormiente città di New York, o il ponte di Istanbul, il ponte del Bosforo che fotografai tanti anni fa, credo 10, incontro tra oriente e occidente, che nel 2016 è stato teatro di una strage in cui morirono 250 persone durante il famigerato colpo di stato in Turchia.

Non so come esprimermi, come raccontarvi i milioni di pensieri che attraversano la mia mente, quelli menzionati sono piccole e poche riflessioni che abitano in me di notte e di giorno, vorrei fare tante esperienze e conoscere tanti posti, sapere tante cose, leggere, pormi e porre domande, ascoltare chi sa più di me, ma spesso i dolori me lo impediscono.

Istanbul 2014

Istanbul 2014

Sansa 2023

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