31 Dicembre 2023

Tutte le mie speranze erano riposte nelle festività, nella sospensione degli impegni, delle sveglie, nell’emozione di rivedere amici e parenti. Ero serena e decisa a trascorrere due settimane belle, piene di allegria e serenità, di nuove esperienze.

Come moltissimi italiani sono a letto con la febbre: ho iniziato il 23 dicembre, ma ero serena e convinta che presto l’influenza sarebbe passata così come era venuta, invece sono uscita un giorno e l’indomani ho avuto una ricaduta. Questa volta febbre alta con tonsillite batterica. Il giorno prima avevo fatto la terapia in ospedale, il Trastuzumab, il Fulvestrant ed avevo assunto le pastiglie di Abemaciclib. Ero contenta perché avevo dovuto sospenderle durante la settimana dell’influenza perché il mio corpo le rigettava, le vomitava. Ovviamente anche ora le ho sospese perché sono già troppo debole così. Spero che la malattia non mi presenti il conto durante la Pet di gennaio. Iniziare il 2024 in salita va bene, ma non troppo.

Il 2023 è stato tosto, a tratti mi ha messo a dura prova, nel corpo, ma soprattutto nella mente, nello spirito.

Sono sempre stata ottimista e piena di speranza, ma quest’anno ho avuto molti cedimenti. Spesso ho pensato di non farcela, di mollare tutto e arrendermi. Il corpo è diventato una zavorra, un carico di ghiaia da portarmi appresso, una scimmia sempre appesa alle mie spalle.

Non sento gli odori, non vedo i colori del mondo, non colgo la diversità e lo spettacolo del mondo e della natura, non empatizzo più con le persone, sono piatta e stanca.

Non riesco più ad ascoltare i discorsi quotidiani, quelli riguardanti “il più ed il meno”, non riesco a fare commenti intelligenti alle battute altrui, sono morta dentro.

Ho fatto varie riflessioni sulla mia situazione, su questi ultimi dodici mesi, e analizzando i fatti, ce l’ho davvero messa tutta per dare una piccola svolta alla mia vita, per stare meglio, per non lasciarmi condurre dalla malattia, ma per essere padrona io, in prima persona, della mia vita. Le poche cose che ho fatto sono state caratterizzate da una fatica disumana, non so narrarvelo, ma o ho perso il mio spirito combattivo oppure la malattia mi ha messo al tappeto. La malattia o le medicine, perché ancora non mi è chiaro cosa mi faccia stare peggio: il cancro o le cure?

Mi duole scrivere questo lamento fine a se stesso, per questo ultimamente pubblico poco, ma la scrittura è sempre stata una manifestazione di verità, uno strumento di lotta e di affermazione ed io non voglio perdere la sola cosa in mio possesso, in nostro possesso: scrivere i nostri pensieri, narrare i nostri vissuti. Fatelo per voi e con voi stessi, fatelo per le persone che amate, perché le parole scritte hanno un suono diverso rispetto a quelle parlate. Restano là per sempre a ricordarvi chi eravate e chi siete ora, a trasmettervi forza, coraggio, a farvi compagnia quando vi sentite perdutamente soli ed impauriti.

2 commenti

  1. Grazie per queste parole. A volte ignoriamo l’importanza delle parole, invece possono davvero cambiare la giornata di una persona. Ti auguro ogni bene

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  2. Ciao Serena, voleva dirti che sei una persona eccezionale, per tutto quello che hai passato e per come sei. Non pensare mai che non hai un ruolo sociale, un’importanza sociale, per noi che leggiamo tu sei importante. Sei un esempio, come solo pochissimi possono esserlo nelle nostre vite.

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