Mese di ottobre, mese di prevenzione, voglio essere sincera

ma sincera, sincera, come se non stessi scrivendo su una piattaforma online, in quello spazio chiamato “internet”, senza maschere, senza paura di espormi troppo, di ferire e di essere ferita.

Io non ho nulla da perdere: sono una persona comune, come tutte, non ho nulla di speciale, sono ordinaria, ho già sofferto il dolore forte, quello che ti soffoca e ti fa annaspare per continuare a vivere, o forse sopravvivere. Ho perso molte persone, ho patito la solitudine, l’ansia da prestazione a causa dei disagi correlati alle terapie. Eppure, nonostante tutto ciò, ancora non riesco a togliere qualche maschera. Immagino e penso che questo sia un meccanismo comune a tutte noi perché abbiamo paura di mostrarci per quello che siamo.

Qualche anno fa con sicurezza ho affermato: “io voglio conoscere la mia malattia, il cancro che mi ha cambiato la vita, voglio sapere tutto e capire quante possibilità ho di tenergli testa, vorrei sapere quando sarà il momento di lasciare andare, accettare, rilassarmi e lasciare questo corpo, questo mondo, questa vita e gli affetti”, ma questo non è l’unico modo di conoscere il tumore. Questo è un modo di conoscerlo ossia sapere tutto a livello clinico-diagnostico.

Esistono molti altri modi di conoscerlo. La realtà non è solo quella che vediamo ad una prima occhiata.

Un modo per conoscerlo è capire come vivere la propria quotidianità, quando il dolore ti mette a terra e ti fa stare sul divano per tre giorni, quando è il momento di reagire, lavarsi, truccarsi, indossare un abito che ci piace e andare, uscire, affrontare il mondo fuori. I piccoli gesti quotidiani raccontano molto delle persone e fanno capire molto più di ciò che crediamo. Sono gesti e abitudini che avvicinano, ci mettono in sintonia e ci fanno sentire umani.

Per questo motivo ho iniziato a scrivere e a raccontare di me, della mia vita e anche della malattia che purtroppo fa parte del mio vissuto quotidiano.

Ho bisogno di ricordarmelo perché mi sento persa, come se tutto non avesse senso, invece questo blog nasce da una ricerca di senso che ha sempre segnato la via vita, sin da quando ho memoria, ben prima della malattia.

Per questo ho studiato filosofia, io sono questa persona. Vorrei essere brillante, magari un medico affermato che salva tante vite, magari un avvocato che fa valere i diritti di chi non è potente, di chi è dimenticato e abbandonato, forse un’infermiera che parte per l’Africa e dona la sua professionalità per una causa forte, che sente dentro di sé da sempre… invece sono questa e basta, mi chiamo Serena, ho 39 anni e amo la filosofia, amo leggere, amo ragionare e andare a fondo, cercare quello che è invisibile agli occhi, scrutare con tutti gli organi di senso, non dare nulla per scontato.

Non potrò mai essere diversa. Le cure e la malattia mi stanno facendo faticare molto perché tante attività quotidiane sono diventate difficili, nonostante ciò lavoro part-time e cerco di occuparmi di quel quotidiano che accomuna tutti. Sono iscritta all’università per conseguire la laurea magistrale, ma trovare tempo per studiare è arduo nonostante non abbia figli di cui occuparmi, anche se vorrei tanto essere anche madre.

A volte desidererei solo prendermi del tempo per divorare libri, studiare, laurearmi nonostante i miei quasi 40 anni e seguire le mie passioni.

Non posso permettermi di farlo, così come tantissime persone e donne malate di cancro.

Se non ci curiamo moriremo, ma non possiamo fermarci, dobbiamo vivere proprio come tutti voi che siete sani. Dobbiamo lavorare, accudire i figli, pulire la casa e fare la spesa.

Non stiamo parlando di una malattia che porta alla guarigione completa, stiamo parlando di donne che sono malate croniche, in cura costante, quelle donne di cui non parlano quando si menziona il cancro al seno perché oramai si tratta solo di diffondere fiocchi rosa e parole come “prevenzione, rapidità della diagnosi, guarigione”.

Fare controlli è fondamentale, a volte salva la vita, a volte non basta.

A volte di diventa metastatiche nonostante la prevenzione perché questa malattia è bastarda e non guarda in faccia nessuno.

Vorrei davvero sfondare la barriera dell’omertà e andare oltre i sorrisi sui social, oltre l’immagine delle donne malate di cancro come vere e proprie combattenti.

Getto l’elmetto, getto le armi.

Da adesso prometto che sarò solo io, racconterò la mia quotidianità così com’è, senza indorare la pillola.

Mi sono stancata delle dinamiche che ci attanagliano e che ci vogliono sempre sul pezzo, sempre fighe, sempre ottimiste, sempre guerriere. Non sopporto gli slogan e non tollero il marketing associato al cancro. Amo la leggerezza, quella vera, quella senza secondi fini.

Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno.

Ogni mese è ottobre.

Ogni giorno è ottobre.

Fatevi controllare, non abbiate paura mai! Non del cancro, non della malattia, non temete di essere quello che siete veramente.

Non vi racconterò che basta la prevenzione per guarire, che basta “trovarlo in tempo”. A volte è così, ripeto, a volte no.

La questione è molto più complessa!

Abbiate il coraggio di essere voi stesse!

Siate forti!

Siamo forti!

4 commenti

  1. Carissima, grazie per le tue parole di condivisione. So che non è molto, ma non siamo sole, avere la possibilità di condividere i nostri pensieri, le nostre esperienze e le nostre emozioni è un grande dono. Buona fortuna! Quando passi di qua scrivimi, oppure ti lascio la mia mail zaiaserena@gmail.com se avrai voglia di scambiare i nostri pensieri.

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  2. Cara Serena,non ti conosco,un’amica stasera mi ha consigliato il tuo blog e allora ho letto la tua riflessione…..hai ragione su tutta la linea. E’ difficile,molto difficile,vivere la vita con la paura ,il dolore ,il corpo che cambia,bisogna essere forti,essere positive,coraggiose,bisogna vivere sempre sul filo ma vivere…..ti abbraccio
    Daniela

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