9 agosto 2023

È il mese di agosto, ma fa freddo, l’aria è pungente. Dicono che è in arrivo un anticiclone che porterà caldo, sole e cieli limpidi. Temo il caldo, ma sono felice che l’estate non sia finita.

Ho fatto le analisi del sangue e sto facendo colazione al bar, mi mancavano questi momenti di stacco in cui riflettere serenamente. Posso permettermi di farlo perché oggi mi sento meglio, nonostante sia completamente afona. Questa avrebbe dovuto essere l’ultima settimana lavorativa prima delle tanto desiderate ferie, ma non sono andata al lavoro, sono in malattia. Ho iniziato la nuova terapia martedì scorso, una settimana fa, e dopo un paio di giorni ho iniziato a sentir venir meno le forze, ad avere nausea, crampi all’addome, vertigini. Ho fatto qualche corsa in bagno, ma la mia oncologa mi aveva ben informata ed ero pronta ad affrontare qualsiasi malessere e disagio fisico. Quello che assolutamente non mi aspettavo era l’astenia, perlomeno non così forte. Non sono una persona che passa tanto tempo sul divano, la mia regola è di non toccare il divano prima di sera, quando dopo avere cenato guardo film, documentari, serie tv, rigorosamente da sola, affiancata da Antonio che dopo tre minuti di film dorme beatamente. D’altronde si sveglia ogni mattina alle cinque…

Non avevo mai provato una stanchezza così strana, così forte, praticamente ho colto il senso della frase: “la stanchezza mi ha tagliato le gambe!”.

Inizialmente ho pensato di farmi forza, di tenere duro, così sono andata al lavoro ed ho fatto tutto ciò che era presente nella mia agenda. Venerdì sera ero talmente stanca ed avevo così tante vertigini, che alle 18 mi sono stesa a letto coi gatti ed un ottimo libro e mi sono addormentata, restando là fino alla 22:30. Menomale Antonio ed io avevamo in programma di uscire a cena…

Così abbiamo mangiato una pizza surgelata, se non ricordo male, anzi io non ho praticamente toccato cibo. Ero convinta che l’indomani, dopo un’altra bella dormita, sarei rinata.

Mi sono svegliata tutt’altro che rigenerata, avevo così tante vertigini da dover camminare rasentando il muro. Ko tecnico! Era ufficiale.

Sabato sera siamo usciti a cena con due cari amici, era da giorni che fremevo all’idea di rivederli. Sono gli unici amici che vediamo con frequenza e con cui andrei ovunque perché capiscono come mi sento senza bisogno di parole. Sono preziosi.

Era freddo e siano tornati a casa nostra per bere l’ultimo bicchiere, per me di camomilla, tremando per la bassa temperatura.

Colpo di grazia: l’indomani le mie tonsille erano gonfie e dolenti, beccata, ko! Così sono stata sul divano tutta la domenica trascinandomi come un’ameba solo per andare in bagno. Depressione e sconforto, odio essere inattiva!

Domenica sera è venuto un caro amico di adolescenza con la sua compagna, non potevo e non volevo rinviare. È stata dura, ma mi sono imbottita di antinfiammatori per reggere e stare almeno seduta. È stato bello rivedersi!

La notte è stata terribile e lunedì mattina ho capitolato: ho avvisato al lavoro che non sarei andata ed ho chiamato la mia dottoressa. L’ho pregata di non farmi stare a casa troppi giorni, mi ha dato tre giorni di malattia e delle analisi da fare. Oggi pomeriggio dovrei avere gli esiti anche delle analisi di routine per la terapia che assumo perché può abbassare i globuli.

Ieri ho fatto una prova: non ho assunto la terapia, volevo capire se è davvero lei a mettermi al tappeto ed ho capito solo dopo 24 ore che è così! Ora attendo che la mia oncologa lègga la mia mail e mi dica come procedere anche alla luce dei risultati degli esami del sangue.

Sono avvilita perché mi viene male al pensiero di assumere ancora quelle pastiglie, ma non ho alternative se non un abbassamento del dosaggio da parte dei medici. Sono anche spaventata perché confidavo e confido molto in questa linea terapeutica. Questa finestra temporale mi permette di farla, di sfruttarla, perché, se e quando la malattia tornerà, sarà quasi sicuramente più prepotente e potrebbe cambiare i recettori. La terapia che assumo può essere somministrata solo alle persone con tumore al seno avanzato localmente o metastatico i cui recettori ormonali sono positivi. Il mio tumore ha il 20% di estrogeni, ad inizio malattia ne aveva il 90%. Non serve uno scienziato per capire che la terapia può avere effetto sul 20% delle cellule tumorali. Talvolta mi dimentico che ho ancora un nodulo dentro di me e che devo bloccare la sua crescita…

Mi dispiace scrivere così tanto, essere noiosa, ma io ho avuto ed ho tanto bisogno di leggere e sapere le storie di altre persone e per me è molto utile sapere i dettagli delle cure e della malattia. Ogni caso è a sé, ma non siamo atomi solitari, abbiamo bisogno di condivisione per sentirci uniti, meno soli, più forti.

Mi sento debole ed abbattuta, ma ho ancora quella luce, quella speranza, quel legame con la vita forte, prepotente.

A volte sento la morte vicina, lo esprimo con grande sincerità, aprendovi le porte della mia anima. La sento vicina che bussa alla mia porta e mi parla piano. Io ho paura e resto senza parole, mi volto indietro e guardo le persone che amo.

Io non so quando arriverà anche per me il momento di lasciare questo mondo, questa vita, so che tutti nasciamo e tutti moriremo, questo è certo, ma non voglio che sia triste, voglio restare per sempre legata alla felicità, ai sorrisi, alle risate, agli abbracci forti, alle mani avvinghiate. Non ci è dato conoscere il futuro, ma qualunque cosa accada possiamo affrontarla domando il dolore, trasformandolo e plasmandolo come noi vogliamo.

Io non voglio lacrime inconsolabili, non voglio malinconia, voglio emozioni forti, voglio vita, vitalità e non voglio avere paura di un mondo che è complesso, ma anche bellissimo. Non voglio vivere temendo la morte.

Possiamo vedere i colori oppure solo il nero del buio, dipende solo da noi.

Ho scritto di getto e probabilmente non si capirà nulla! Vorrei scrivere di più, anzi pubblicare più frequentemente i miei pensieri perché non ha senso lasciarli qua, solo per me.

Non ho combinato molte cose positive in questa vita, non ho figli, non sono indispensabile al lavoro, non mi sono realizzata professionalmente, un percorso universitario da portare a termine: la laurea magistrale, un miraggio… mi resta solo la scrittura per esprimere quello che ho dentro e mi restano gli affetti. Non lascerò altro del mio passaggio su questa terra…

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