29 giugno 2023

Mi sarei aspettata un’estate diversa, perlomeno l’avrei desiderata, ma non possiamo scegliere gli eventi che ci accadono, il futuro ci è ignoto.

Sono stanca e mentirei se non lo dicessi, ma so anche che non posso gettare la spugna perché farlo complicherebbe soltanto le cose.

Sto riordinando i pensieri e riflettendo sulle ultime novità riportate dal mio bollettino medico; voglio prendere decisioni sensate e ragionevoli per me e la vita che conduco.

Ho pochi giorni per scegliere tra due opzioni e mi reputo fortunata ad avere davanti a me ben due diverse possibilità terapeutiche. Prima di raccontarvi quali sono queste terapie vi riassumo la situazione attuale: ho due linfonodi/noduli: uno in sede ascellare ed asportabile chirurgicamente con facilità, l’altro, subdolo e maledetto, è sotto le costole, sempre a sinistra. In cuor mio mi sono detta: ”è inoperabile, quindi troveranno altre soluzioni per contrastarlo e bloccarne la crescita”, ma la verità è che i chirurghi sono disposti a rimuoverlo. Oggi mi hanno presentato i rischi dell’intervento ed i benefici.

Sono rimasta con la gola asciutta ed un blocco allo stomaco, avevo mille domande e mi sembravano tutte insensate e stupide, ero spaventata ed agitata.

Non so il motivo esatto, ma qualcosa dentro me si opponeva e si oppone a questo intervento.

La seconda possibilità è sottopormi a dei cicli di radioterapia per quanto riguarda il linfonodo sotto le costole ed asportare chirurgicamente quello ascellare.

Nemmeno la radioterapia, in quella zona vicino a cuore e polmoni, è esente da rischi, oltretutto perché sono già stata irradiata nel 2012.

Per rispetto non racconterò altre cose sulle quali sto meditando: il rapporto medico-paziente, l’alleanza col chirurgo. Mi opererebbe un medico con cui non ho mai avuto rapporti perché la chirurga che mi ha operato ultimamente farebbe solo da aiuto, lui ha più esperienza in merito a questo tipo di interventi.

Quanto conta il rapporto col chirurgo? Quanto pesano le sue parole ed il modo in cui ci informa sui rischi e benefici di un trattamento?

Non ho risposte, ma solo domande.

Sono fottutamente spaventata ed incazzata con la vita.

Qualcuno mi ha detto: “cosa pretendi: è da anni che sei malata di cancro, ed eri giovane già all’epoca per questo tipo di malattia!”.

Cosa pretendo?

Di vivere, di sperare, di respirare, di gioire e soffrire come tutti gli esseri umani, tutte le persone di questa terra.

È forse un male?

Cos’altro dovrei fare?

Ditemelo voi…

Questo pezzo di diario è asciutto e diretto, mi mancano le parole, quelle forti, quelle che arrivano al cuore e fanno sentire le persone vicine, ma non ho altro da offrire ora…

2 commenti

  1. Cara Anna, condivido ogni tua parola. Probabilmente dall’esterno è difficile comprendere le difficoltà, le salite a cui siamo destinate. Non è un lamento, è la realtà. Io credo che la dignità sia anche questo: dire come stanno veramente le cose, senza nasconderci dietro una falsa retorica che ci vuole sempre coraggiose e forti. Siamo umane, come tutti. Ti auguro di cuore buona fortuna in questo cammino. Non siamo sole e questo è tanto!

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  2. Cara Serena,
    Purtroppo questo è un male ASSURDO. E non lo abbiamo scelto.
    È un’ingiustizia, lo so, e purtroppo l’unica cosa che possiamo fare è continuare a fare terapie devastanti. Più devastanti del male stesso.
    Non so cosa consigliarti di fare, ma scegli la via meno dolorosa e che ti permetta di vivere al meglio.
    Delle volte io mi chiedo perché Dio non mi faccia morire sul colpo, per evitare tutto questo schifoso percorso, ma finché siamo qui, scegliamo la strada meno dura…sempre che ci sia…
    Ti abbraccio forte
    Anna

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