Non va mai secondo i tuoi piani

8 Giugno 2023

Ci sono momenti in cui senti che stai facendo la cosa giusta, che sei sulla “buona strada”, in cui finalmente ti sembra di essere uscita dalla tua “comfort zone”. Se soddisfatta di te nonostante l’immensa fatica che stai facendo, nonostante i dubbi che sorgono lungo il cammino e nonostante i compromessi ed i bocconi amari che inevitabilmente devi mandare giù.

Non va affatto tutto benissimo, ma almeno non sei ferma a fissare il vuoto e anche se non hai apportato grandi sconvolgimenti nella tua vita qualcosa è cambiato ed è simbolo di un risveglio della tua coscienza, della tua voglia di conoscere, di fare esperienze nuove, di cercare nuove strade e nuovi modi per stare bene in questa tua esistenza fragile e complessa.

Niente è indolore, ogni cambiamento, di qualsiasi natura esso sia, è uno strappo netto che lascia la pelle scoperta e dolorante.

Quanto è difficile rimettersi in gioco a trentanove anni con un futuro incerto come il mio? Inquantificabile.

Sei sempre in costante equilibrio tra incertezza e spavalderia, ma è pur sempre un equilibrio, un bilanciamento ed hai imparato a fartelo andare bene.

Come se tutto ciò non bastasse, come se i tuoi demoni non fossero sufficienti ad incasinare tutto, ecco che accade l’imprevisto dell’imprevisto e ti ritrovi per l’ennesima volta a dover rivedere le tue priorità.

Quando si tratta di salute non vi è mai alcuna certezza e sei consapevole di brancolare nel buio. Capita anche quando la tua vita da paziente oncologica ha ormai assunto una certa routine, una certa quotidianità, dopo dodici anni di convivenza con la malattia delle malattie, quella che ancora spaventa i tuoi interlocutori: il cancro.

Eccolo lì, presente ed inequivocabile quel nuovo ammasso di cellule che vorresti togliere via dal tuo corpo subito, armata di taglierino. E Dio solo sa che lo faresti se solo non sapessi che creeresti ancora più problemi… Tu sai, le tue mani conoscono il tuo corpo e sanno quando sentono qualcosa di “anomalo”. La mente prevede già il futuro.

Ti ritrovi così ferma, immobile, una specie di ameba che fissa il vuoto dopo aver fatto “quello che c’è da fare”: chiamato l’oncologa e fissato immediatamente un esame urgente per domani.

La mente va in black out e non vuole pensare a nulla, il corpo vuole solo stare fermo perché non sente più nulla. Tu non senti più nulla, sei isolata dal mondo.

Ti rialzerai e affronterai tutto, ma hai bisogno di un po’ di tempo e della piccola squadra dei tuoi più cari amici perché ora come non mai hai bisogno di qualcuno di più forte di te per continuare a stringere i pugni e ad andare avanti a testa alta, con dignità, quella dignità a cui molti non danno più importanza perché talmente presi dalle loro vite e dalle loro corse quotidiane, dalle loro lotte contro nemici anonimi, da non riuscire a vedere più gli uni il volto degli altri.

Che domani possa essere un buon giorno, lo auguro a me stessa e a tutti voi. 

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