È difficile, ma mollare non è un’opzione

Settimane e giorni di fuoco, super intensi.

Nessuna cena pre-natalizia, nessun festa, nessun mercatino di Natale e niente shopping pre Natale.

Solo i doveri quotidiani e tanti km in macchina per fare visite ed esami.

Tanta ansia in compenso.

Mentre scrivo sorrido perché mi sembra di lamentarmi un po’ troppo, invece la verità è che sto resistendo e non sto ancora crollando.

L’opzione di mollare, di lasciarmi andare, di piangermi addosso non è contemplata. Non che non ci abbia pensato, anzi ho avuto l’istinto di mollare più e più volte ultimamente. Grande è la voglia di mandare tutto e tutti affanculo, ma non avrebbe senso.

Se siamo in pista balliamo altrimenti non avrebbe senso essere lì.

Pericolosissimo è confrontarsi con i coetanei e pensare a tutto ciò che si è perso, a ciò che non sia ha, quindi scaccerò via questo pensiero, lo eliminerò dalla mente.

Anche se non riesco a respirare vado avanti e confido in un po’ di fortuna oltre che nella medicina.

Ho fatto la Fet-tac, un esame che, onestamente, non conoscevo. Sono in attesa di sapere l’esito. Ho buone speranze alimentate anche dal mio radioterapista e confido molto nelle sue parole e nel suo punto di vista. È un medico che stimo molto ed ho avuto modo di sondare la passione per la sua professione, per la ricerca medica, in varie occasioni. Mi ha dedicato non solo il giusto tempo, ma anche le parole adeguate alla mia capacità di comprensione.

Il neurochirurgo che mi ha operato a gennaio 2019 si è messo in contatto con lui e questa disponibilità mi ha colpito e fatto sentire presa in carico nel vero senso del termine.

Non so cosa accadrà, ma vorrei almeno vivere le feste di Natale senza ansie o paranoie, senza gettare lo sguardo al futuro, ma solo sul presente.

Ho scattato questa foto il giorno della Fet-Tac, mentre attendevo che il radiocomposto si distribuisse nel mio corpo. Poi ho fatto la tac.

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