E se fingessi di essere un’altra?

Ieri ho scritto, ma ho perso tutte le parole, cancellato tutto. Non trovo l’articolo nemmeno nel cestino. Sarà un segno? Destino…

Mi dispiace perché ero in uno stato psicofisico particolare ed avevo bisogno di sfogare la rabbia, di farla emergere grazie alle parole. Se ne sono andate chissà dove e forse è meglio così.

Oggi l’infermiera che mi ha fatto il prelievo, in vista della visita oncologica che farò alle 14:30, mi ha detto che è davvero straordinario che abbia tutti i capelli. Non è la prima a dirmelo, anche un oncologo che mi conosce da anni mi ha detto, qualche mese fa, che dopo la radioterapia all’encefalo (perlomeno quella che ho fatto io) è raro che ricrescano tutti i capelli. Mi piacerebbe sapere se qualche altra persona ha esperienze in merito.

Mi ha sconvolto questa notizia perché nel 2019 nessuno mi disse che i capelli avrebbero potuto non ricrescere più nella zona destra della testa, dove appunto sono stata irradiata.

Ultimamente ho un rapporto strano coi capelli e penso di essere estremamente fortunata perché la chemio che assumo non provoca caduta dei capelli, a differenza della maggior parte delle chemio per curare il mio tipo di cancro.

Sono felice perché ho perso troppe volte i capelli a causa delle chemio ed ogni volta è sempre più difficile fare i conti con la persona che vedo riflessa sugli specchi.

Nonostante ciò mi sento come se non avessi i capelli, come se il fatto di guardarli crescere, di toccarli, fosse solo una tortura in più, un dolore che si aggiunge ad altre sofferenze.

È come se stessi aspettando il momento in cui li perderò ancora e forse per sempre. È come se temessi il momento in cui saprò che non mi rivedrò più così come sono ora. La sento come una punizione che forse ha radici lontane.

Mi sto impegnando tanto, almeno credo, per vivere e non trascinarmi giorno dopo giorno attendendo un peggioramento o la fine delle cure.

Realisticamente so che sarò sottoposta a terapie per sempre, ma ancora non me ne rendo conto davvero.

Ultimamente però provo una sorta di ansia, di angoscia, è come se fossi letteralmente sopraffatta dalla vita, dalle cure, dagli esami, da tutto.

Sono razionalmente convinta della necessità di vivere questi momenti fino in fondo, senza temere quello che potrebbero rivelarmi.

Se dovessi scappare sarò condannata a non conoscermi, a non imparare nulla dalla vita, dalla mia esistenza.

È doloroso, ma necessario per trovare quel senso che da anni sto cercando.

Mi sento overwhelmed!

Questa frase è come una canzone continua nella mia testa. È come se il vaso che ho dentro si fosse riempito troppo ed ora non sia più possibile coprirlo, mettergli un coperchio. Tutto sta straripando confusamente ed io mi sento impotente.

Ci sono persone che vivono e affrontano difficoltà molto più impegnative delle mie eppure sorridono alla vita. Non che io non lo faccia, ma ultimamente mi pesa tutto e provare gioia vera è assai complicato.

Forse ho reagito sempre troppo bene, sono stata una persona incosciente perché non mi rendevo conto di ciò che stavo affrontando.

Non sono certa di ciò che ho appena scritto, ma è un’ipotesi.

Un commento

  1. Sai, credo che quando si è forti per tanto tempo, e si riempie il vaso di cui parli di tutte le emozioni negative che tendiamo ad evitare, prima o poi viene sempre fuori tutto.
    E’ solo questione di prima o dopo, ma siamo fatti così. Chi per un motivo, chi per un altro.
    L’idea che si debba essere sempre forti, ottimisti, coraggiosi è un’illusione, anche se è ciò che ci aiuta ad arrivare al domani.
    Cercare una motivazione, uno stimolo per vivere al meglio le proprie giornate è senz’altro fondamentale, ma i momenti ‘no’ ci sono ed è fisiologico.
    Viverli senza sensi di colpa e senza giudicarsi secondo me è l’approccio migliore, in questo modo la risalita sarà meno faticosa.
    Sei una grande combattente Serena, solo stanca e provata dalla vita.

    Per quanto può valere, io ti ammiro moltissimo.
    Buonanotte. 😉

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