Pensieri dalle 7:30 alle 23

“Probabilmente sono nata nel mondo sbagliato. Sicuramente c’è stato un errore, una svista.”

Questo pensiero era sorto in lei spontaneamente, in una giornata appena iniziata, mentre mescolava velocemente il caffè.

Chissà perché lo mescolava, dato che si era abituata a fatica a berlo senza zucchero già da un anno e mezzo…

Era in piedi davanti alla porta-finestra ed era già in ritardo. Non male per essere le 7:30 di un lunedì che inaugurava una settimana densa e piena di impegni importanti.

Aveva superato i trent’anni da un pezzo e invece di avere sempre più padronanza del mondo in cui viveva, invece di avere acquisito sempre più certezze, vedeva le sue convinzioni sgretolarsi ogni giorno di più.

Era abituata al “dubbio metodico” e a fare “piazza pulita” di ogni certezza. Le piaceva smontare le convinzioni pezzo per pezzo, ma un tempo riusciva sempre a chiudere il cerchio o a trovare il centro di tutto.

Ora non sapeva più nulla del mondo là fuori.

Solo di una cosa era sicura, di ciò che animava il suo spirito ed il suo corpo: i legami tra le persone.

Aveva sempre creduto che l’amore avrebbe risolto ogni conflitto, ma poi aveva scoperto che

l’amore è conflitto.

Aveva sperato di poter scrivere un giorno quello che la animava e confidava che avrebbe potuto delineare con esattezza la sua visione del mondo, della vita e dell’amore. Una sorta di piccolo “sistema” filosofico che noi tutti dovremmo creare nella nostra mente. Infatti non capiva come potesse essere possibile che una persona non avesse delle idee, delle convinzioni maturate grazie ad anni di riflessione metodica… Insomma, come è possibile non avere una “visione del mondo” e di se stessi?

Ora invece si ritrovava con una sola certezza: la difficoltà enorme di mettere insieme pensieri diversi. Era così nei rapporti con un partner, nei rapporti di amicizia, nelle relazioni familiari, in politica, nel lavoro…

Ogni persona è diversa, siamo tutti “altri noi” ed “altri voi”.

Come mettere insieme la diversità senza negare l’identità?

In parole concrete: come comprendere fino in fondo le ragioni per cui quell’amica che diceva di volerle tanto bene non l’aveva più cercata?

Si era messa in discussione e aveva capito che ogni persona esprime l’amore in modo diverso. Inizialmente era rimasta male perché non era mai andata a trovarla in ospedale, non le aveva mai inviato un messaggio prima delle terapie però le voleva bene e lei lo sapeva.

A parti invertite lei cosa avrebbe fatto?

Effettivamente non è semplice stare vicino ad una persona che sta affrontando una grave malattia. A volte lei stessa ha paura di disturbare persone che sono appena state operate o che stanno facendo la chemioterapia. Tuttavia era certa che non l’avrebbe lasciata sola, che ci sarebbe stata in ogni singolo istante. Quello che prova verso persone che stanno affrontando una malattia è così forte da rompere ogni certezza, ogni appiglio che si è creata a fatica. Vorrebbe tanto caricarsi il loro dolore , lo vorrebbe tutto lei sulle spalle perché così almeno non dovrebbe più chiedersi come stanno, non dovrebbe più farsi mille problemi per paura di disturbare o essere invadente. A volte è spaventata da se stessa.

Non ha paura della malattia, del dolore e nemmeno della morte. Ha riflettuto tanto, ha meditato, ponderato, programmato. Ciò che teme, che la fa rabbrividire è

la paura

dell’abbandono!

Niente può farle più paura!

Per quanto riguarda i rapporti di amicizia: è facile pensare certe cose, ma farle, agire, è completamente diverso.

La verità è che non esiste un manuale standard che delinei le regole della buona amicizia. I rapporti tra persone sono caratterizzati da alti e bassi, da abbracci, da risate, da pacche sulla spalla, ma anche da schiaffi, da assenze, da parole che feriscono.

Il mondo è anche questo, l’amicizia è anche questo.

E l’amore vero e proprio?

Questo è un altro capitolo.

Ora è scesa la sera, è buio, fa freddo ed ha sonno.

Si lascia andare a questa sensazione di benessere nonostante tutto perché a volte abbiamo solo bisogno di mollare la presa ed il controllo, di lasciar fluire il respiro e la vita.

La luce soffusa, i dieci libri appoggiati sul comodino. Questa è la sera di “Lezioni americane” di Italo Calvino.

Ha letto tanto ultimamente, ha preso appunti forsennatamente su piccoli quaderni usando la penna e scarabocchi per cancellare parole scritte male o parole da cambiare, da sostituire, da far sparire.

Buonanotte anche a voi, pensa, mentre spegne il telefono e lascia fuori il mondo.

Il libro sul petto e lo sguardo al soffitto: buonanotte mondo, ti ho lasciato fuori

ma solo

perché

sei dentro di me!

4 commenti

  1. Amleta le tue parole, le domande che hai scritto risuonano forte in me. Mi pongo gli stessi quesiti e comprendo quello che hai scritto, il non riconoscersi pienamente… Alla fine credo che grazie alle nostre incertezze possiamo cercare di definire la nostra persona. Probabilmente sei molto più autentica tu con le domande che hai posto rispetto a chi si mostra sempre sicuro è padrone di sé. Questo perdersi serve forse a ritrovarsi e le domande servono a vivere in modo più autentico. Forse ho scritto solo pensieri confusi… 😅

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  2. A volte pensiamo di avere tutto il tempo a disposizione, di vivere per sempre, di poter fare tutto quello che vogliamo. Invece gli anni passano e cosa abbiamo vissuto? Io mi guardo indietro e mi chiedo: chi è quella là che sorride nelle foto? Io non mi riconosco più. Non sembro io. Chi sono diventata? Cosa è successo in tutto questo tempo? E se il tempo non fosse esistito io sarei la stessa di prima? E poi vediamo certe persone sparire dalla nostra vita. Prima c’erano e dopo non ci sono più. Anche i nostri animali, dove sono finiti? L’amore, gli amori, i sogni, tutto sembra come un puzzle dove i pezzi sono confusi. Perchè succedono tutte queste cose? Perchè non possiamo stare sempre con le persone che amiamo? Io ho perso mio padre anni fa, e anche cani e gatti, ed è una cosa bruttissima dover fare a meno di tali creature.

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  3. Ciao Serena! Leggere il tuo commento mi ha fatto spuntare un sorriso nel viso. Ti ringrazio tanto perché a volte sono titubante ed oscillo tra la necessità di scrivere ed il timore di espormi e di essere egocentrica. Poi penso che scrivere non ha senso se nessuno può leggere le tue parole. Un abbraccio virtuale ma sincero.

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  4. Ciao Serena, che piacere leggere le tue riflessioni..i tuoi pensieri.. sempre così profondi..autentici..mi emozionano e appartengono a tutti noi. Grazie..

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